Imprenditore lodigiano “salva” Kamchatsky dall’isolamento.
“Putin ci ha fornito un cargo speciale per prestare soccorso alla popolazione”
Un paese di cinquantamila anime, ai confini occidentali della Russia, senza più energia elettrica, proprio alla viglia delle elezioni amministrative. Per una situazione di caos che, al Cremlino, hanno deciso di risolvere chiedendo aiuto a un lodigiano: rivolgendosi, previe dirette disposizioni del presidente Putin, all’abilità di un imprenditore di Cavenago D’Adda.
E’ questa l’incredibile vicenda che, la scorsa settimana, ha visto balzare agli onori (e ai ringraziamenti) dei russi il Cavalier Marino Bernasconi, titolare della I.E. Impianti Elettrici di Crema:la ditta dalla quale, in coda a una vicenda avventurosa, sono uscite le apparecchiature che hanno consentito anche alla cittadina di Kamchatsky non solo di uscire da un traumatico black out, ma anche di partecipare alle delicate libere elezioni culminate con la trionfale (e contestata) riconferma al potere di Vladimir Putin.
Esiti politici a parte, però, a vincere è stato soprattutto il gruppo Bernasconi. Capace di dimostrare, in una situazione di emergenza, tutta la bontà dei propri prodotti.
All’origine della storia, un’esplosione: quella del trasformatore di potenza che, prendendo fuoco, ha distrutto tutta la rete elettrica di Kamchatsky, lasciando al buio una popolazione grande più o meno come quella di Lodi.
Ed è qui, come detto, che entra in scena Bernasconi. Il quale, presente a Mosca per altre questioni commerciali, ha Raccolto subito l’appello del governo russo: intraprendendo una corsa contro il tempo, per portare ai confini dell’impero la sottostazione mobile di trasformazione dell’elettricità dall’alta alla media tensione.
“Putin ci ha messo a disposizione un cargo militare Antonov che ci permettesse di soccorrere questa città, rimasta al buio e al freddo – racconta il Cavalier Marino. Erano nell’emergenza assoluta, ma il nostro sistema, composto di due parti, è perfettamente funzionante: basta allacciarsi e alimenta tutto. L’abbiamo saputo al lunedì, al mercoledì eravamo già a Mosca: poi è iniziato un volo di 18 ore, fino a Kamchatsky, dove la sottostazione è arrivata sana e salva, a meno 16 di temperatura. E’ la prima volta che questo importantissimo tipo di apparecchiature viene trasportato in aereo: e ciò grazie al fatto che sia studiata per resistere a e sollecitazioni senza danneggiarsi”.
Racconta con legittimo orgoglio, il Cavaliere, e ne ha ben donde.
La potente compagnia russa Npo “Interelectromontage”, che commercializza le sottostazioni della I.E. di Bernasconi e forma a Crema i propri tecnici, è stata tra le prime a ringraziarlo.
La vicenda, peraltro, conferma il prestigio di una ditta che, forte di una proficua collaborazione con l’Abb e di ben 36 dipendenti, all’estero ha sempre saputo fare bene.
Trovando anzi oltrefrontiera, probabilmente, quelle soddisfazioni che meriterebbe anche in Italia.
“Abbiamo fatto qualcosa in Sardegna , a Teulada, e in Sicilia, ma da noi c’è l’Enel, anche se i nostri sistemi sono più flessibili – spiega Bernasconi – L’apparecchiatura è Abb, noi facciamo progettazione, realizzazione, montaggio, nonché formazione e collaudo a chi l’acquista. L’anno scorso ne abbiamo mandate 3 in Iraq, dove “pronti via” possiamo dare energia a una città in condizioni disastrate: devono riscostruire il paese, queste apparecchiature sono il massimo, e ne vogliono ancora.
E abbiamo cliente in Algeria, Malesia ed Emirati Arabi, oltre che in Russia”.
E il futuro? “Deserto o Siberia, vogliamo potenziare le commesse: non sarà facile, vedremo…”
La sfida riparte, sul pronostico, garantisce Putin.